Gruppo 5 - 01.07.09


gruppo5

Si scende in campo. Il terreno è caldo, bollente, ardente, come lo spirito che si respira in aula. Ma è un'aria che sa di buono. Molti sorrisi, voglia di fare, agire e reinventare quella Venezia di sempre che in questi giorni si traveste di novità e di architettura effimera.

Ci hanno chiesto che tipo di Venezia avremmo voluto. 
Così macchina fotografica in mano, gambe in spalla e occhi aperti alla ricerca dei nostri campi d'intervento.
Ogni cosa che guardiamo dà ispirazione, ogni singolo passo scenari diversi e interessanti. Ma tutto sempre tremendamente troppo in movimento. La gente corre, passa scansando il turista fermo a far foto. Ben presto anche noi ci accorgiamo di aver assunto il cosiddetto "passo veneziano". Così nasce l'idea di rallentare...

"Per la stazione, scusa?"..."Per Rialto?". il turista impazzito. Gira la cartina. Poi la gira ancora. Poi di nuovo. Ha lo sguardo perso. Si è perso. Venezia è un labirinto di calli e fondamenta. Tutto sempre apparentemente uguale: i luoghi si susseguono sparsi con un ordine che sembra non capire nessuno...
Classicismo o modernità? Eterna battaglia che investe oggi, come ieri ogni ambito della vita. Veneziana e non.
Molti dicono che a Venezia tutto è molto strano, come fosse una città surreale. Merito della sua particolarità "lagunare", ma anche di quel suo aspetto storico e vissuto che le dà fascino. Nel terzo millennio questo tipo di realtà viene definita "parallela" e invece dà vita alla nostra quotidianità. Nello stesso tempo ci sono luoghi meno popolari e turistici che di quotidianità ne sono impregnati. Quei quartieri più recenti, spesso dimenticati che sono considerati troppo "normali"...

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