Giovedì 2"ALCUNE IDEE ARRIVANO IN FORMA DI SOGNO"Anche i ragazzi di Arti Visive ci appoggiano con il loro slogan, fatalità :))
I sogni cominciano a concretizzarsi, abbandonando le idee più folli e semplificando la nostra installazione abbiamo reso il tutto più efficace; il materiale è stato ordinato, e a breve potremmo disporne per le prime prove.
Avevamo immaginato un campo completamente bianco con al centro un fascio blu, che ricordasse il vecchio rio ormai interrato. Lateralmente posizionati a terra, i palloncini bianchi creeranno una sorta di percorso luminoso, attraverso dei led inseriti all'interno de stessi.
I led (bianchi, blu e viola) saranno utilizzati, oltre che all'interno dei palloncini, anche per evidenziare il percorso del canale. Inoltre alcuni di questi saranno posizionati su dei teli che copriranno il campo con un effetto "cielo stellato"
Da una struttura centrale e da alcuni appoggi intermedi, partiranno questi teli che andranno a congiungersi con le finestre presenti (sempre se concesso :P ) in modo da creare dei fasci di desideri che salgono verso l'alto.
L’obiettivo del workshop è quello di creare uno spettacolo totale (audiovisivo) basato sulla relazione tra il corpo (il corpo come sostegno topologico) lo spazio fisico (nella città di Venezia) e lo spazio virtuale (trasformazione audio visiva e rappresentazione).
Il WS sarà diviso in tre fasi:
La prima fase (pensare - pensar - think tank): preparazione e decisione(think tank) delle possibili azioni-interazioni da effettuare nei campi tenendo in considerazione le peculiarità di ciascun spazio.
La seconda fase (agire e registrare - hacer y registrar - to make and record): azionee registrazione; (scendere in campo): sviluppo di strategie di intervento nel contesto urbano.
La terza fase (rappresentare – representar – to act): rappresentazione e performance. (Lo spettacolo finale sarà come dar forma ad un “dizionario visuale”). L’ipotesi, infatti, è quella di suddividere gli studenti in modo da arrivare a rappresentare più o meno 15 scene di 3 minuti ciascuno su concetti chiave che sono collegati/riferiti a una nuova “attitudine architettonica” ed in relazione allo spazio pubblico dei campi di Venezia.
Gli studenti potranno elaborare una mappa sovrapposta a quella della città individuando i “campi d’azione” e le intenzioni di azione in quel determinato campo.(spazio urbano).
Gli studenti interverranno in essi con delle momentanee “scenografie urbane”,temporanei atti architettonici effimeri che modifichino o interpretino il campo attraverso azioni che pongano in relazione spazio, corpo, architettura. Tutto dovrà essere registrato e documentato.
La rappresentazione sarà poi messa in scena nella facoltà come risultato del processo preparativo attraverso uno spettacolo audio visuale. Gli studenti potranno creare performance con maschere/costumi – abiti, dove prevalga il concetto dell’importanza del corpo come sostegno o scheletro architettonico di una forma topologica –però anche con musica, scenografia (luce, immagini), secondo le capacità di chi partecipa. Sarà come dare forma, colore, suono, luce ad un flessibile “dizionario visuale”, come in un ballo mascherato, fatto di piccole scene, dal quale alla fine si comporrà un Manifesto. Gli studenti potranno sviluppare le scene considerando vari concetti chiaveche saranno definiti nella prima fase del WS come possibili intuizioni di azioni nei campi anche rispetto alle loro attuali o passate peculiarità.
(a seguire alcuni esempi)
Si cercherà di suddividere i partecipanti in gruppi di 7/10 persone, per poter arrivare ad avere 10-15 scene. Ogni gruppo di lavoro potrà fare inoltre:
Alcuni: accoglienza e organizzazione (progetto food and drink)
la maggioranza: video/scene/musica.
un gruppo o due dovrebbero immaginare e produrre dei gadget da regalare ai partecipanti esterni invitati alla festa;
TESTO CORTO PER TUTTI. All’interno del WORKSHOP FAR 09 IUAV Venezia il laboratorio animato da Manuel Gausa (Actar Arquitectura) e Roberto Ferlito (Nábito arquitectura) vuole invitare gli studenti a scendere allegramente in strada e realizzare una serie di "installazioni/interpretazioni" attive (e reattive) in città. Azioni che, sempre con una vocazione ludica e positiva, costruiscano esperienze poetico-sensoriali - “lanciando sogni” (Dreaming) nel Campiello Mosca, “incuadrando dettagli” (Zooming) nei campi San Rocco, dei Tolentini e nel Campiello della scuola, “ascoltando suoni” (Feeling) nei campi di Santo Stefano e Pisani o “dipingendo mani” nel Campo San Geremia; ludico rivendicative – “piantare bagni pubblici” (Ex-cessing) nel Campo di San Sebastiano, “costruire docce” (Doccing) nel Campo di Squelini, “creare ombre” (Shading) nel campo di San Tomà, “accampare in centro” (Camping) nel Campiello Magazzino, “cercare spiagge” (Spiagging) nel Campo dei Carmini o “riciclare residui” (Re-ricicling) nei campi di Santa Margherita e dei Carmini; o decisamente concettuali – “materializzare gambe camminanti” (Legging/Walking) nel Campo di Santa Maria Mater Domini, “ricreare una Venezia Subaquea” (Snorkeling) nei campi dei Squelini e San Luca, “immaginare una Venezia con traffico” (Parking) nel Campo San Sebastiano o “celebrare la diversità” e la tolleranza di una Venezia plurale nel Campo del Ghetto. Dietro a queste azioni/interpretazioni positive della città esiste, naturalmente, una volontà diretta di difendere una concezione urbana “multipla”, più dinamica, interattiva e partecipativa, con–e tra- l’abitante e il visitante. E anche una riflessione sullo spazio pubblico contemporaneo come gran luogo di intercambio e relazione, piu ampia dello spazio rappresentativo e monumentale o dello spazio meramente rituale o funzionale. La poesia, la rivendicazione, il gioco sensuale e sensoriale saranno i principali strumenti per “coltivare azioni” e “piantare campi”. In pratica, durante i prossimi giorni gli studenti partecipanti al laboratorio si lanceranno a generare piccole performance urbane, della durata variabile tra mezz’ora e un’ora, nei differenti campi della Venezia centrale. Campi che, come in una cartografia situazionista, appariranno come una rete di luoghi/esperienza vincolati a scenari materiali e virtualmente connessi tra di loro. La geografia di questi progetti attuativi – e dei rispettivi verbi associati, declinati con el “ing” inglese, – costruirà così la “mappa mentale” di un “campo di Battaglia” globale, quello di una “Venezia possibile”, alternativa, relazionata con un possibile catalogo di situazioni innovate e innovatrici. Una Multi-Venezia (ri)attivata che sarà la protagonista ultima della gran rappresentazione finale prevista per la chiusura del laboratorio: uno spettacolo integrale che, come un' opera contemporanea nella quale si integreranno i differenti interventi realizzati e registrati in una sequenza di piccoli sketchs o oggetti scenografici che interagiranno in tempo reale con la proiezione di diversi episodi filmati, unendo il materiale con il virtuale. In queste “15 azioni in cerca della città” si considererà, una volontà di propiziare un’architettura più interattiva (con il mezzo, il contesto, il cittadino) ma, anche, un’architettura più e estoversa...capace di “uscire all’esterno” e giocare con la gente,lo spazio e la città. Invitiamo tutte e tutti a partecipare.
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